Diete, mode e cose a cui non si rinuncia mai

Mi sono accorta che in questi anni ho cambiato decisamente abitudini alimentari, ho “aggiustato il palato alla mente”, cercando di allineare vizi e vezzi alla mia quasi costante abitudine alla sana alimentazione.

Da piccola non mangiavo cioccolato a latte e mia mamma rimase sorpresa nello scoprire che il mio palato fosse così fine da preferire il gusto amaro.

Qualcuno direbbe “vero”.

Da allora non ho mai smesso di mangiare cioccolato fondente a colazione e qualche volta a metà pomeriggio, quando proprio non riesco a dirmi di no.

Chi potrebbe viziarmi meglio di me.

Solitamente lo mangio nella percentuale che va da 85 a 90, comunque non inferiore al 70.

Anche il caffè lo preferisco amaro e in quanto al binomio territorio – alimentazione, ahimè , non posso dirmi una napoletana tipica: non sono una grande mangiatrice di pizza, alla quale preferisco un bel piatto di pasta.

Trovo che sia rigenerante, una coccola irrinunciabile.

So che i nutrizionisti non consigliano di mangiare la pasta alla sera, ma, tutte le volte che posso, organizzo serate dove la tavola e la compagnia sono l’ingrediente base.

Non sono vegetariana nel senso stretto del termine: il mio consumo di carne – specie carne rossa – si è ridotto gradualmente negli ultimi anni, fino a diventare quasi pari a zero.

La salute in qualche caso – che si tratti di cibo o di sentimenti – richiede rinuncia e dedizione a sé.

Posso dire di amare me stessa, gli animali anche di più.

L’autunno è la mia stagione preferita da un punto di vista alimentare, è come un uomo confortante e presente, è tempo da dedicare alla preparazione, è un rituale.

Zuppe di farro e riso, verdure, tisane e un buon libro, la pioggia fuori, l’amore dentro.

Che poi tutta questa regolarità rende le uscite più speciali, così aspetto di andare a cena fuori e godermi qualcosa di buono e corposo, qualcosa che mi faccia sentire a casa.

Oggi vanno di moda i cibi rivisitati e questo rende tutto più pratico.

Per esempio, adoro mangiare la parmigiana monoporzione o il tiramisù destrutturato.

Felicità a pezzi, appagante, invece l’amore chiede sempre di essere intero.

È bello uscire, ma non esiste posto migliore di una casa per sentirsi bene e incontrarsi, qualche volta con gli altri, qualche volta con sé.

Un posto in cui innaffiare i pensieri e i pasti con un buon vino, dove dividere i momenti in spazi, così che il tutto sembri già più arioso.

Oggi che le case non sono più quattro mura e il cibo non è più sopravvivenza, starsene a casa può significare vivere mille posti diversi:

open space, spazi lettura, piccoli terrazzini adibiti a giardino, cucine organizzate come minimarket.

Cucinare mi rilassa almeno quanto fare shopping e come in questo caso mi piace scoprire, inventare e in alcuni casi restare fedele alla tradizione.

Ci sono cose a cui non si può rinunciare, per me sono senza dubbio un piatto di spaghetti allo scoglio e un paio di décolleté.

Mi piace curare la casa e l’abbigliamento, ma penso sia decisamente meglio apparecchiare che apparecchiarsi.

L’eleganza resta questione di semplicità.

Aurora Ariano

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