La bellezza torna sempre indietro

Perché certa gente si incontri a metà strada resta uno dei misteri più affascinanti dell ‘universo.

Suppongo per avere qualcosa da raccontarsi per il resto della vita.

Ad amore sparuto, emaciato, dissossato, la vita ti riempie la bocca.

Succede sempre cosi: a un punto si va a capo e si torna a pagina bianca.

È così per i libri, per gli innamorati, per i vestiti che ritornano in auge dopo anni, per la ruota che gira sempre, sempre per tutti.

Abbiamo destrutturato gli abiti in nome della praticità, ma le spose si acconciano sempre la testa e qualche volta le idee.

Alla fine non andiamo mai troppo lontani dalla bellezza, vediamo solo le sue forme mutare per cercare l’unicità , la rottura con il passato, per un attimo che è passato già.

Mi chiedo se non sia un gioco perverso, il tempo, se non ci porti sempre a tagliare e poi a piangere tutti i perduti, come ciuffi di capelli caduti a terra e spazzati via.

Lo spazio fra il prima e il dopo è l’inframezzo di vita pensata, quella che vediamo allo specchio e ci sembra diversa, più bella, ma è sempre la stessa.

La forma ha la sua importanza, è la cornice che impreziosisce un’istantanea, il vestito elegante che si fa guardare per tutta la sera.

È la cura, è l’amore rimpolpato e avviluppato sotto uno strascico di seta.

Se non amassi le parole non potrei dire bene di chi sono, del lampo di luce che mi attraversa gli occhi e che tu hai visto un giorno.

Quando, ad amore sparuto, mi togliesti il pallore da faccia, con una stretta di mano che avvampai e tornai rosa.

Come questa vita che racconto, quella di tutti e di nessuno, quella delle cose belle che si trovano con l’occhio vigile della gente che gira nei mercati e si porta fiero qualcosa a casa.

Penso alle nostre cose sparute, sparite, quindi spaiate, che ci hanno tolto qualcosa e adesso so cos’è.

È il tempo giusto per lasciarci a metà, così da correre ancora e trovarci.

Di nuovo.

La vita non finisce mai – pensavo – mentre ancora succhiavo una pannocchia ridotta all’osso e sceglievo quale abito indossare per raggiungere la mia metà.

Per raggiungere te, quello che ho trovato, la cura, le parole, ancora un’altra me.

Il tempo di parlare ancora, davanti a un calice, dove il vino fermenta e si sente coccolato, corposo e rosso come noi ora.

Ti chiedo solo di aggrapparmi insieme alle rughe, d’essere anch’io il tuo tempo.

Aurora Ariano

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