Rubrica – Non sono Penelope ( ma neanche poi cosí male)
Il mondo della moda sta cambiando insieme a tutto il resto.
È un’urgenza, l’urgenza del bello.
Per anni siamo stati spettatori passivi di un’idea irraggiungibile, che da vicino non era poi così appetibile.
Nessuno vuole essere un manichino che la gente non vede o vede uguale agli altri.
L’informazione ha sommerso tutto quanto come un gigantesco sacchetto di plastica e ora la gente vuole aria pulita in cui trovarsi.
Riconoscersi, insieme al capello spostato e alla salsedine sul viso, senza preoccuparsi più di essere normale.
Le modelle curvy sfilano con orgoglio la propria sostanza e questo non le rende meno femminili.
Alla sfilata di Milano, tenutasi parallelamente a quella di New York, Monica Bellucci portava in passerella una presenza grande.
Una femmina piena, quasi come se la consapevolezza potesse toccarsi con mano e dirsi vera.
La presenza non basta senza la sostanza .
Senza l’espressione, l’amore è un uomo che ti dorme a fianco.
Invece voglio gridare quello che penso, scegliere di sbagliare e di rispondere ai canoni che ho costruito io, fino a prova contraria.
E ancora posso cambiare.
Il cambiamento non è mai superficiale, se penso che l’amore dopo stavo amando ancora.
Ho capito dove stava l’errore e ho costruito ancora, come un’attrice che sa cambiare ruoli senza perdere l’identità.
Questa è la grandezza di essere normali e indossare le proprie vesti, la fragilità.
Al Museo Capitolini di Roma, il direttore creativo Alessandro Micheli ha sfilato la libertà d’espressione per la Maison fiorentina Gucci.
La personalità e le sue scene, talvolta degradanti, talvolta incomprese, ma pur sempre libere, sullo sfondo di una storia che c’appartiene.
Una donna, un utero, il suo essere che sfila, saturato dai giuduzi e dalla propria vita.
Sembra uno zombie, chissá se sceglie, chissá se il giudizio del mondo non sia superfluo, se poi non basti il suo.
Per quel che mi riguarda , ho sentito la vita.
La vie en rose.
Ho preso quell’odore e ne ho fatto senso.
Così son nate le parole.
A volte vorrei fotografare tutto, la vita, ma niente è quello che vedo.
Credo solo a quello che sento.
Per questo ho sempre amato nella carne, nelle viscere, dentro alle osse.
E così mi son trovata, ancora.
Chi dice che le parole non servono a niente, non ha trovato parole per dire meglio.
Forse, non è più tempo di sprecarne ancora, forse tutto quello che vogliamo è un espressione decisa.
Certe volte vorrei essere ingombrante proprio come i miei pensieri : una faccia su un cartellone pubblicitario, sopra la città.
Invece resto nella provincia che nessuno vede e intanto guarda dall’altra prospettiva.
Sono cresciuta in uno spazio stretto e ho imparato che nel piccolo ogni mente crea.
La libertà è un sentimento grande a cui basta una testa e due gambe storte.
In fondo la vita non è perfetta.
Ho sognato di scappare sui tetti, di essere un gatto, ma la mente mi ha reso più libera.
Non ho chiesto altro : una vita piena o almeno la fantasia.
La passione è un istinto che non si accontenta, chiede la stessa cura scrupolosa di un esame.
Poi ti lascia sempre male, cosi puoi fare meglio e dire sempre < ancora>.
Un uomo mi ha chiamato “Miss Twitter “, riportandomi dolcemente alla sua attenzione.
Gli ho risposto “sono una ragazza normale”, mentre esibivo la mia normalità.
La stessa che esibisco tutti i giorni allo specchio, pensando a quanto sia difficile oggi sentirsi tale.
Sono questo : la voce della normalità e la sua faccia; l’imperfezione che si aggiusta allo specchio e sorride, perché ha trovato pace; una donna impaziente con la vita, che sa aspettarsi, trovarsi.
Sono Miss Twitter, la tua ragazza normale, che guardi e trovi ancora bella.
Raccontami ancora di quando ci siamo incontrati, della mia bellezza discreta che sei tornato a casa a pensare.
Mi dicesti che ero diversa, che ero normale.
Nessun ombra di volgarità o estro.
Cosí mi sono sentita speciale e ho capito che se il cattivo gusto ha i suoi seguaci, la bellezza ha i suoi devoti.
Miss Twitter sono tutte le donne normali che hanno creato la vita e ancora sono apprendiste con i libri in mano.
Miss Twitter sono le mamme, le segretarie.
Le ragazze con i sogni infranti che hanno ripreso gli esami.
Quelle che hanno lasciato il marito, quelle che vivono sole col cane.
Miss Twitter sono le facce su un cartellone pubblicitario, sono la vita in passerrella, in mezzo alle strade, sono le donne e gli uomini normali.
Aurora Ariano