
Piove.
Sento la pioggia picchiare forte sui vetri, come un uomo che ha fretta di vedermi.
Immagino così, la fine degli amori moderni, dentro alle lamentele postate da chi ancora insegue la luce migliore del selfie.
E intanto fuori piove e l’amore aspetta.
<Scatta! >, la luce è arrivata, ma nessuno vedrà gli slip in trasparenza, senza pensare che non l’hai fatto apposta.
Tutto quello che scrivi su un social è quello che vendi di te.
Quello che vedi resta dentro e non parla, a meno che non ti lasci andare e apri la porta all’amore.
Quale vestito prenderei dall’armadio?
Troppa confusione intorno a me.
È difficile spiegare l’eleganza di oggi : quella senza tempo, scimmiottata da pose e cappelli; capelli corti e corpi androgini, mentre chi non fa la modella si cerca un angolo per il profilo migliore, in attesa del giudizio del mondo.
E intanto fuori piove.
A un certo punto ho capito che lisciarmi i capelli non era felice come uscire fuori e bagnarmi la testa, volevo solo essere me.
Me senza ricci perfetti, solo una chioma disordinata che trovava sempre un suo garbo.
Sono un fiore di campo, che non aspetta occasione, lasciatemi crescere a modo mio.
Sfacciato, con le parole piene che riempiono la bocca e non badano a chi ascolta, tanto poi cacciano piume asciutte e io mi sento salva dall’amore e dalla pioggia.
Non è forse per questo che scriviamo su un social?
Per asciugare i vestiti fradici dell’amore rincorso, che non aspetta più.
Almeno siamo pronti.
E se l’amore dovesse bussare, avrà il profumo delle cose aspettate, della pioggia che ha portato via l’afa, dell’erba bagnata.
È andata proprio cosi quella sera: senza un appuntamento, neanche uno specchio per girarmi le punte dei capelli arricciate, come si arriccia il naso ogni volta che qualcosa mi sorprende.
Ancora oggi lo sento dentro .
È un odore familiare.
Mi distraggo un attimo e mi accorgo che intanto fuori piove.
Questa è la mia eleganza , quella della cura leggera, che non pesa – come la pioggia fina – che viene giù così, con il fare delicato e deciso delle cose che sono maturate col tempo.
Da ragazzina mi truccavo e cercavo di marcare i tratti.
Oggi mi trucco ancora, ogni giorno, ma con un gesto leggero.
Mi piace quel tocco breve e vedermi scomparire in una nuvola di cipria.
E intanto fuori piove.
Questa volta lo sento, il rumore che diventa più intenso.
Mi sono imbellettata e non temo la pioggia.
Quest’oggi sono pronta.
Ho messo comunque scarpe aperte.
Voglio sentirmi ancora una volta leggera.
Pioggia d’estate.
Aurora Ariano