È il concept del mio progetto su Twitter, la bellezza come rinascita.
Bellezza delle persone, delle cose, delle case, dei vestiti, di noi.
Ci ristrutturiamo come mobili antichi, che non sono più fuori tempo.
Nessuno – che abbia qualcosa che si approssimi abbastanza al buongusto e al buonsenso – li chiamerebbe “vecchi”, senza apprezzarne il valore.
Di che cosa sto parlando, dunque?
Di un concetto che oggi sembra in voga, ma questo è il senso mio.
Ecosostenibilità delle persone e dell’ambiente, in un mondo che cade a pezzi, ma non ammette scarti.
È un lavorio che parte dal basso, la bellezza.
La bellezza si costruisce.
La bellezza è un accomodamento fruttuoso fra la nullità e la devozione.
Da piccola vedevo le vecchie e non ne capivo l’età.
Erano vecchie perché avevano i capelli bianchi e parlavano di tutto e di niente, erano solo convenevoli.
Vite annoiate, ammucchiate nei palazzi cresciuti insieme a loro.
Oggi fatico a riconoscere la vecchiaia a primo impatto.
Nessuno mostra i capelli bianchi – mentre sfoggia vite meravigliose – ma quanti dentro sono morti già.
E invece la vita è uno stato d’animo che segue il suo tempo, correrò fino a mischiarmi col vento.
Fino ad annusare quella notizia buona, fino a sentire la vita impregnata dell’odore mio che ho riconosciuto in una potenzialità, la stessa che avevo perso per strada.
Il tempo m’ha ingannato.
Mi sono sentita vecchia e giovane un milione di volte, ma ho saputo dare valore alla vecchiaia solo quando la pesantezza è diventata struggimento d’amore e il lamento è incespicato dentro alla poesia.
Quanto all’entusiasmo, ho capito che giovane è chi non perde la curiosità e la voglia di imparare ancora.
Non basta l’età, serve una motivazione.
Raramente è fuori da noi.
Gli stilisti lo sanno : non basta il talento, serve un’idea.
Si chiama ispirazione.
Io ho guardato la Luna, tutte le notti che sono rimasta sveglia senza restarmi accanto – e ho visto una femmina che cambiava facce.
Così ho scommesso sulla poliedricità.
Ho cambiato pelle.
Ho cambiato faccia.
Ho cambiato certezze e consapevolezze.
Ho cambiato colore di capelli.
Ho cambiato abitudini.
Ho cambiato un lavoro con lo studio.
Ho cambiato e sono cambiata.
Ma spero di cambiare ancora.
Tanto solo la Luna, resto al centro del cielo.
Questa è la mia idea, che non cambia idea.
Dunque tutti aspettiamo una notizia e quando arriva restiamo qualche secondo a contemplare il niente fuori al pianerottolo – come in attesa di altro – prima di chiudere la porta e finire la giornata.
Si tratta di tendere a, di trovare qualcosa di eternamente vivo che ci resti addosso, sopra la pelle, mentre tutto finisce con noi.
Il corpo ha una memoria.
Ricorderà quella notizia, penso a tutte le volte in cui si ride di niente.
Tutti aspettiamo una notizia.
Chiamarla felicità sarebbe dissacrante per l’intermezzo o vita che dir si voglia.
Io la chiamo bellezza.
Per quella notizia, per quella bellezza, sarei disposta a scendere dai tacchi e a dimenare i piedi, con i pugni sotto al mento a incorniciare la risata incredula.
Per una notizia grande, tornerei piccola.
Certo che ci penso alle promesse infrante.
Ai matrimoni che hanno sporcato il bianco.
Ma i vestiti negli armadi non sono scheletri.
Se apro le porte, la bellezza è intatta.
È un bouquet di rose seccato con cura, per conservare l’amore.
Il senso estetico non è altro che la cura maniacale del dettaglio che nessuno vede.
Ma io mi preparo lo stesso, io sono sempre pronta.
Una donna che non salta mai un appuntamento con sé.
Neanche quando sono venuta da te.
E ho perso le parole.
Dimmi, cosa ci faccio io con queste parole che non mi servono più?
Perché hanno perso il senso mio di dolore.
Prendile.
Struggiti.
Curati.
Il silenzio è tornato, ma ha un suono più dolce.
È una foto in bianco e nero, un film muto che ha sempre qualcosa da raccontare.
Ho fatto bene a scendere di casa, senza aspettare più.
La buona notizia è questa.
Questa è la bellezza.
Ci vuole un outfit giusto per ogni occasione e un occasione giusta per ogni vita.
Aurora Ariano
La bellezza va riconosciuta. Sappiamo riconoscerla?
"Mi piace"Piace a 1 persona
Non sempre, ma gli altri la chiamano per nome mentre passeggia.
"Mi piace""Mi piace"