About Love

  • Per uno zampillo di vita insieme ho dato la zampa, compagna fedele, parole a fiotti, per effetto perfetto di un difetto, quello di essere me stessa, nonostante il resto.
  • Io che non mi fidavo piú di chi conoscevo, tesi la mano all’estraneo e trovai dolcezza, senza accettare caramelle. L’amore si trova senza chiedere niente, così trovai un mucchietto di sentimenti e li misi in tasca, per tenerli fino alla sera, quando, sola, ne avrei sentito l’urgenza.
  • La sola luce della cappa, al centro un orologio che non girava più. Il tempo fermo in una scena filmata da occhi felini emersi dal buio. Sulla cucina si presero e persero, mentre nell’aria Jeff Buckley cantava di un amore che chiedeva alla luna di restare e continuare a miagolare.

  • E poi la storia del lietofine è una grandissima bugia, perché esiste sí la fine e non ha mai tanta bellezza, nonostante romantica lo sia, carica com’è di malinconia. Se esistiamo e resistiamo non è in un bel finale, ma nel seguito di una storia che non finisce mai, anche se finiamo noi, perché ha giurato amore eterno e allora noi muoriamo, mentre lui resiste al tempo.

  • Il post-it attaccato al frigo con un conto che abbiamo già saldato, un appuntamento, un invito a cena che segna le 21 di un tempo sbiadito su un foglietto di carta stropicciato, che ancora ha la forza di restare dov’era, mentre resto a guardarci in un quadrato che non è una stanza.

  • Restare sveglia a sorvegliarti il respiro, curando l’amore per curarmi la vita.

  • Finestre aperte nella stanza. Una folata di vento gira le pagine del libro aperto, mentre l’odore della carta mi entra nel naso, spingendo le parole nella mia mente. Gli occhi chiusi, penso. Dev’essere questa la consistenza del vento e dei sentimenti, quella del niente che spinge a qualcosa.

  • Ogni dettaglio, la voce, il modo di aggrottare la fronte, un’abitudine, sono “spazi pieni” e noi li vediamo anche quando attorno è vuoto. L’amore è riempimento. É la bellezza unica del particolare non replicabile. È una presenza che non conosce assenza, eppure manca già.

  • Dicevano che era una ragazza dura, ma lei era una conchiglia, qualcuno l’avrebbe raccolta e ascoltata, portando l’orecchio vicino, quasi a sentire il mare.

  • Avresti dovuto accontentarti degli occhi miei, senza chiedere risposte, come il soffitto riuscire a sostenere uno sguardo che non ti ha regalato più lacrime, finché non è calato il buio.

  • Era un calore che veniva dai piedi e s’avvampava il viso. Febbricitante lei, non era mai stata meglio.
  • Si erano incontrati per destino o casualità e imbattuti in un delirio di felicità. Cene, vino, notti d’estate che non conoscevano fine, come il loro dolore, che faticava a morire. Si vomitarono addosso parole e sentimenti,poi fecero l’amore col corpo e con la mente.

  • Nessuna lettera d’amore, la carta mi ha rigato il viso e io ho temuto di bagnare le parole, perciò le ho messe vie, giurando che avrei parlato al vento, scritto emozioni solo dentro alla mia mente.

  • San Valentino. Non so fino a che punto credo in una giornata dell’amore. L’ultima volta che un regalo mi ha sorpreso, anche il mio compleanno era passato già. Cenammo a lume di candela, per il gusto del romanticismo fuori stagione, nell’estate nostra.

  • Dopo un’estate calda di sole e passione appena sbocciata, ci furono giorni di insolita normalità. Quella casa non era per lui più niente, in una vita che non aveva restituito qualcosa, niente per me che mi accingevo a entrare. Eravamo una bolla solida in quattro mura fragili.

  • Labbra dischiuse ad espirare la felicità nella perfezione di un amore che è una bolla di sapone, che ha l’audacia di ingrandirsi e di tremare, mentre cresce e tenta di volare. Quel soffio d’aria il tuo respiro. Io, la felicità bambina

  • Finché avremo un letto disfatto non saremo distratti, ma sappi che la mente chiede lo stesso calore, non sono una bambola di pezza poggiata sul cuscino. Insieme alle lenzuola, tiro su sogni.

  • Chi se ne frega se dici di non credere all’amore, sei venuto qui con i piedi, mentre il pensiero era arrivato già.

  • Ho abitato la realtà ovattata di un abitacolo, con l’aria calda come dirimpettaia, nello sazio di un pensiero che abitava solo me. Tergicristalli, lancette impazzite di un tempo che segnava indecisione, andava avanti e indietro, mentre la pioggia picchiava sopra il vetro. La radio suonava “No surprises”, ma il mio cuore era tranquillo e non si sorprendeva in allarmismi, perché ti amava e sapeva di tornare. Ho goduto in quel tragitto del pensiero nostro, che riempiva l’abitacolo di silenzi che sapevano parlare. Insieme a quei silenzi ho passato la serata, come una vecchia seduta fuori al portone ad ascoltare.

  • Scoppiò a piangere e non capiva il perché. Forse era voglia di intensità e di una mano che la raccogliesse dagli occhi.

  • Se in quel momento fossi stata neve mi avresti messo in tasca, per paura di non rivedermi più.

  • È quando abbiamo dato già tutto, che il tutto poi ci sembra niente. Perché arrabbiarsi, quando possiamo amarci.

  • Tutte le cose più belle si fecero parola, persino l’attimo taciturno di imbarazzo in cui le si leggeva l’amore in volto.

  • L’imbarazzo, gli occhi bassi, fissi nel nero della cola. L’emozione sorda delle mie espressioni mentre tu mi parlavi, nessun discorso avrebbe riempito l’aria dello stesso senso astratto, bucato, come la linguetta della lattina, per attraversarmi gli occhi, come la presenza tua.

  • Faremo così. Resteremo accanto. Nonostante il sole. Nonostante il freddo. Nonostante tutto.

  • Che ne sanno gli altri di quei sorrisi smorzati, della paura che avevamo dentro, noi che ci raccontavano storie mentre c’amavamo già.

  • Passeranno i passeri a passeggio sul passato appassito quando, pesante, riuscirà a sostenere il pelo delicato del presente, zampette giovani sul salice della vita.

  • A volte sogno un vigneto e noi che camminiamo in una sera fresca, con le scarpe in mano e il cuore in gola.

  • Il silenzio a corroborare il rumore delle ruote sull’asfalto, come a goderci ogni chilometro di strada, ogni centimetro di avvenire. E tu che mi dici “perché non mi parli”, senza sapere che certi vuoti si attraversano insieme, guardando lo stesso niente per riempirci gli occhi.

  • Le notti passate a raccontarci l’anima, mentre i bar chiudevano e noi con il bicchiere vuoto e la mente piena. Eravamo solitudini sorseggiate quando l’amore arrivó, a singhiozzate, a spezzare il respiro.

  • “Ti immagino così, avanzare a passo lento, con gli occhi bassi per non guardare chi ti guarda, protagonista di un’emozione che non fa comparsa, coperta dal velo, fino a me”.

  • Il profumo delle lenzuola pulite e della freschezza di un pensiero affiorato insieme alla stagione nuova, promettendo giornate che tarderanno a farsi scure.

  • I ciliegi iniziano a colorare di rosa tenue il pallore di un inverno che ha conosciuto la stanchezza, cosi attraverso il viale della stagione buona, preludio ai nuovi cammini, alla luce, ai piedi scalzi che corrono e si bagnano di felicità.

  • Mi insegnò che la tensione è solo ciò che tratteniamo per non provare altro dolore, che le emozioni liberate sono panni stesi al sole, lasciati ad asciugare gocce di rugiada.

  • Nel mezzo di tante grida, una mano che mi sfiori il viso e mi sussurri “Ehi”, come la versione abbreviata di un “come stai”, basta a smontare castelli e a creare una casa, forse un nido intimo.

  • Sovente penso al giorno in cui ci sposeremo davanti al mare. Ripenserò a quando mi hai portato per la prima volta e resterò fissa a guardarlo, come allora, per vedere l’amore senza l’imbarazzo di girarmi dal tuo lato, che poi è il mio.

  • E io prendo le mie decisioni, quelle del cuore e della verità , ma poi loro non hanno preso me e allora chi lo sa, dove finirà, fra me e la vita, questa felicità.

  • Ci sono tanti modi di sentire, il mio è una stretta allo stomaco in cui passa tutto.

  • Il vestito lungo fino alle caviglie e io che ti vedevo sorridere dallo specchio, come fossi la cosa più bella che avessi mai visto.

  • Le sorpresa più bella che gli uomini possano fare è quella di non fare sorprese. Le donne non amano chiudere gli occhi, passata la notte.

  • Cuore e mente sono amanti che non vogliono sposarsi, ma non rinunciano a stare insieme.

  • Non mi vergognai di quella nudità, le nostre anime era già più nude di chi è nudo e non cercavano vestiti, l’imbarazzo si era allontanato su una zattera, lasciando l’intimità a lambirci i cuori.

  • Quello che non so oggi sull’amore pensavo di averlo capito ieri, ma domani sarà sempre oggi se ci sveglieremo ancora insieme, a parlare di ieri. E io fingeró di non aver capito, per parlare ancora un altro po’ d’amore e di noi.

  • Lo zucchero filato e tutte quelle cose dolci che ho sempre rifiutato, per mettermi nel mio angolo di Luna Park a mangiare cioccolato scuro, senza notare differenze.

  • Così scoprii che l’età non assicurava giovinezza e maturità, queste erano solo fasi alterne, stati d’anima. E portai il mio cuore invecchiato a correre, senza temere morte, in fondo era ancora giovane.

  • Quella notte lo Scirocco continuava a soffiare nella stessa direzione, sul collo e ogni mio lembo di pelle su cui respiravi piano.

  • Caramelle a terra e io a raccogliere dolcezza.

  • Sentivo una pesantezza delicata, quelle giornate erano ciglia lunghe sull’affaccio di un cielo che mutava.

  • Chissà come farei a vivere senza residui, dovrei aspettare i tempi, senza una striscia di dolcezza da scavare col dito.

  • Se tramo, temo o tremo, resta il fatto che non sono Penelope. Fra l’altro, non so tessere che me stessa, con la mia poca delicatezza a mantenere gli equilibri, qualche volta mi sono persino punta.

  • Le aveva detto “ti amo” perché non poteva tenerlo più dentro, la mano di lei sulla bocca sua per non sentire una verità che era troppo grande, fu così silenzio. Ma gli occhi, gli occhi avevano ricambiato già.

  • Ogni sera guardo la luna. Qualcuno mi chiede perché. La luna sono i miei riflessi, la luna sono le mie facce, la luna sono i cambiamenti miei e la mia centralità, in un cielo che ha cambiato colori, mentre io ho conservato pienezza.

  • Ce ne andammo con la bocca asciutta di non detti e le speranze liquefatte, le macchine lontane e i cuori ancora abbastanza vicini. Di spalle, come due amanti, indietreggiamo per poi voltarci e correre incontro all’amore.

  • Era tutt’ossa, si vedeva solo il cuore. Si riempí di Sé, senza temere di non vedere più chi la teneva in vita.

  • Non ho niente di semplice, persino la mia dolcezza delicata si fa ciglio aggrottato, sguardo che sottende qualcosa di più grande. A volte niente, ma chi è complicato vive una tensione dentro, che non mette ansia, è solo un modo per vivere il niente in tutta la carne.

  • Sarà stata più o meno mezzanotte quando ci salutammo. Tornai a casa e mi sentii intera, tutta me, me vera, me che ti parlava e rispondeva alle parole tue, così ci riempivamo i vuoti. Eravamo due metà, insieme a mezzanotte, a diventare interi.

  • Il latte caldo con una goccia di miele, il maglione che sfiora le dita e io mi accorgo che si intona al colore delle unghie, malva, e a questa giornata fredda, piena di cose calde, come il latte, il maglione, il pensiero di te.

  • Una casa che non parli di noi, sono solo quattro mura.

  • Nessuna genialità nel disincanto, è solo una patina che viene via dagli occhi e all’improvviso vedi,sebbene l’abitudine ti faccia ancora tendere la mano per cercare qualcosa sul comodino o un po’ più giù,nel cassetto, dove riponevi con cura il solito sogno.

  • Prenderò tutta l’aria che mi hai donato e ne farò bollicine sott’acqua, soffiando con tutta la forza che ho dentro, così tutto il mare saprà che per me sei vitale.

  • L’unica cosa che è riuscita a scandalizzarmi nella vita è lo scandalizzarsi stesso della gente, come se sapesse cosa è meglio.

  • Una manciata di solitudine, quella che le donne di oggi portano fiere al braccio, come un bouquet di certezze raccolte per strada, fra i fiori di campo.

  • Proteggimi da me, dai miei respiri affannosi, dalle parole che fanno un po’ come gli pare, proteggimi da queste resistenze, dalla riconoscenza a una me che non esiste, perché sono ciò che vedi, quello che è rimasto, quello che ancora ho da costruire, se solo tu mi proteggerai

  • Una volta mi si è aperto il cuore, ho avuto l’impressione che tutti per strada mi guardassero in modo strano, come avessi una lettera scarlatta, eppure non avevo tradito, mai ero stata più leale a me.

  • Se bocca di rosa portava l’amore, qualcosa in molte relazioni non funziona. L’amore, per esempio.

  • Certe notti sono troppo brevi, certe altre perfino troppo lunghe fino all’alba. Ma quando spunta la luce ho già dimenticato tutto. Il bello aggiusta ogni cosa, ti abbaglia e tu lo lasci fare, fino alla prossima alba.

  • A volte i sogni escono dalla testa, solo perché il loro posto è la realtà.

  • È bello pensare di poter, un giorno, vivere stasera per sempre.

  • Vedi, è stato difficile rinunciare a te, rinunciare a me sarebbe addirittura folle.

  • Dopo che si erano aggiustati l’anima e i vestiti, cambiarono anche le cattive abitudini, come se non ci fosse tempo che per il buono.

  • Una volta il problema era la fine, oggi è difficile cominciare. Ad amarsi, intendo. I social passano foto e fantasie come giornaletti porno di nuova generazione, ma il vento sa ancora lasciare l’odore di profumo buono quando, distrattamente, sfiori l’amore.

  • Cresceró i capelli fino a che una ciocca mi coprirà per metà l’amore in viso, resterà uno spazio per una carezza che mi scopra lo sguardo.

  • E ci incontreremo ancora, quando non saremo più gli stessi e ti girerai a guardarmi come si guarda una sconosciuta che cammina in centro, col cuore che palpita, ma non sanguina più.

  • Farci del male e poi riprenderci una speranza, mentre nessuno riprende questa scena oscena di te che non ti arrendi, mentre l’amore nostro si è arreso già.

  • Il mio viso letto di gocce che sudano pensieri, che non oso pronunciare, se poi di giorno ci incontriamo e non sappiamo ancora dargli un nome.

  • E si intrecciarono le trame, quando nessuno tramava più.

  • I traguardi più importanti partono da un disagio, da un fallimento, da un’inspiegabile tensione interiore ad andare oltre, a non bastarsi, a volere essere qualcosa di questo mondo che abbia i piedi a terra e il cielo sulla testa. Prendo la coupé, a dopo.

  • Sarò stata anch’io bugiarda, negando i sogni alla vita mia. Ho rischiato di essere chi non ero, per amore o per illusione di felicità,i sogni non danno a campare,ma chi campa non sempre vive. Pertanto,scelgo un abito elegante e vado a costituirmi. Sono stata io. Ora, sono io.

  • L’emozione deve penetrare nelle ossa, affinché quell’amore possa valere l’impegno di una vita. L’amore che si accontenta di “fare bene” ha la stessa gradevolezza dell’olio di fegato di merluzzo.

  • Mi accorsi di amarti quando persino le cose che mi piaceva fare di più non ti escludevano dalla mia mente. Non ero più sola. Perciò decisi che era meglio non esserlo seduta a tavola con te.

  • Il passato resta dov’è. È un fatto. Un’ immagine. Lo guardo di mattina,quando la luce è più naturale,mentre mi assicuro che i cereali nel latte restino croccanti,come facevo in passato,per l’appunto. Poi cambio canale,distratta dal rumore del metallo del cucchiaio e della vita.

  • La tavola lunga con il piano di marmo verde scuro,striature sottili come bianchetti e io m’affaccio ad osservare la superficie piatta, mare freddo, morte. Basta un fiore, solo uno, intravisto dalla finestra e raccolto, per fare del verde prato. E così è vita.

  • Molte volte sono arrivata tardi, ma ho sempre intuito prima.

  • E dietro di me ci sarà la scia di chi sono stata, coda cucita dal destino in un’estensione.

  • Quello che consegue è il seguito che non abbiamo seguito, coda di una vita in cui abbiamo creduto e che ora resta lì, tagliata, a muoversi ancora.

  • La sera passa troppo in fretta, domani saremo diversi da noi, ma baceró la diversità come si bacia un amante, in fondo siamo troppo persino per l’abitudine.

  • Mi hanno sempre detto che il carattere lo fa la durezza, che si muore di fragilità, nessuno mi ha spiegato che un fiore può nascere dal fango, le mani troppo ruvide per raccoglierlo, perciò resto a guardare la bellezza disarmarmi, tanto ho vinto già.

  • Adoravo il gioco delle provocazioni, ma non riesco più a reggere uno sguardo severo senza temere il peggio,la rabbia incombe sulle fragilità,così ne esci a pezzi. Resta una soluzione. Fammi ridere come il primo giorno, quando restammo a chiacchierare del niente, niente più pensai.

  • Quanta sicurezza ostentata, quante guerre, quanto orgoglio. E poi sei arrivato tu a baciare le mie paure, a lustrare le mie consapevolezze, donna e bambina che non conosce schemi, che segue la sua natura senza temer catastrofi.

  • L’affaccio del piccolo balcone lavorato in ferro, quasi mi sentivo in imbarazzo, io che ero vestita di sola ingenuità, mentre sola mi affannavo a preparare la cena, mentre lui, fiero, mostrava i suoi dettagli, senza aspettare i fiori.

  • Vivido corallo erano le labbra sue, era una di quelle che il tempo l’aveva cambiata nei tratti e nei lineamenti, ma il rosso non era mai sbiadito. Forte, sulle labbra carnose, come la personalità.

  • La tristezza degli approcci che cominciano con “Cosa fai nella vita?”, scambio di merci che barattano individualità , senza comprare l’amore. Nessuno sconto l’amore vero fa: le anime si danno l’un l’altra senza chiedere resto, la vita si regala, la vita non ha prezzo.

  • Certi sorrisi si chiudono come ombrelli bagnati e dimenticati a terra, quando non possono più coprirti, cadono a terra ai piedi, gocciolando ancora qualche lacrima.

  • Quell’amore si disperse nel vento, lasciando niente, solo fumo negli occhi nostri, macchia impercettibile dentro al chiaro dell’iride, che solo noi sapemmo e sappiamo ancora scorgere.

  • Dove finiscono le cose che non durano, quelle che restano a noi, perché non si uniscono all’abbraccio della reciprocità, esiste forse un limbo in cui tutto quello che non è stato esiste, senza angeli né diavoli, ad accogliere l’umanità.

  • Qualcuno arrivi ad annunciare che la guerra è finita, l’amore c’ha disarmato, noi ci siamo arresi.

  • Niente era invalicabile, persino i bordi di quella relazione andavano scavati, puntai il dito contro quella tentazione e mi trovai a leccare sapore, sostanza. Lui era dolce, crema chantilly, non riuscì a resistergli.

  • E da quando gli uomini dolci sono irresistibili? Da quando la dolcezza è diventata trasgressione e i belli e dannati, dannatamente noiosi.

  • La rabbia mi ha sempre spinto all’azione,a rivendicare qualcosa,a prendere parola. Trovo invece devastante la delusione. È un vociare che non alza i toni, sussurra al silenzio,ma non mi lascia in pace. Neanche le ho mandate al diavolo quelle voci,perciò, deluse,sono andate via.

  • Il freddo ci condusse nel primo bar all’angolo,dove il fumo dei vecchi che giocavano a carte sembrava nebbia cacciata dalla bocca. Mentre le mani tremavano ancora, strinsi un bicchiere di vin brulé e ti guardai. Mi persi lì, in quel cielo grigio, seguendo stelle e anice stellato.

  • Ostinata, sono nata così.

  • Il tempo verrà a bussare alla porta e tu non aprirlo, stiamocene ancora a letto, a gridare l’amore della gioventù.

  • Da piccola, quando sentivo molto freddo e da lontano vedevo la neve sulle montagne alte, pensavo allo zucchero a velo e all’odore del panettone, che puntualmente riscaldavo, seduta vicino al camino. In quella visione, la risolutezza del pensiero trasformativo.

  • I am strong. I am sweet. I am a woman. I am moon.

  • Non avevo mai tremato per amore, finché non l’ho perso. In quei momenti ho pensato di morire, tanto i pensieri spingevano forte per uscire fuori dal petto, invece m’hanno bucato gli occhi e non è uscito sangue. Quella trasparenza, lacrima pura, mi ha ridato colore.

  • La neve è tornata a trovarci. Trasversale, sposa di pensieri che si posano senza pose, per non perdere il candore della verità.

  • Quando ti innamori la notte si fa più lunga, per preoccuparti di chi sta a fianco, del suo respiro di felicità.

  • Quando mi dici di distendere le dita, di non essere in tensione, capisco che l’amore non risparmia un centimetro di pelle, arriva fino a giù, dentro ai piedi, e io lo trattengo, per non calpestarlo più.

  • Le parole rimbalzano su certi teli bianchi, anche se ti dicessi tutto, ti precipiteresti a prenderle, senza ascoltarle, per non farle morire, perché l’amore salva l’amore, anche se non risparmia noi.

  • In ogni Sè ce ne sono a miliardi, siamo cieli senza definizioni, anche se per tutti siamo blu.

  • Storditi dal troppo caldo lasciammo che l’acqua scendesse giù dalle bottigline per bagnarci la nuca e immaginammo cascate dove immergere l’amore nudo, lontano dallo sguardo indiscreto della stanchezza.

  • Quella gioia solitaria spuntó in un mezzo sorriso che mi rendeva ridicola in mezzo alla folla, così finsi di guardare in una direzione, forse era quella di un pensiero che ti aveva visto già.

  • Il vento gonfia i vestiti leggeri di una freschezza che nutre senza appesantirci.

  • Le pietre pesanti che le raccoglievi in un mucchietto per costruire le tue fantasie, per paura che, leggiadre, potessero volare via.

  • Saranno giorni di inventiva e di occasioni buone, quelli col televisore spento e la testa all’aria fresca, seduta sotto al portico ad aspettare i fiori.

  • Il tavolino ai piedi del letto e noi che facevamo colazione, mentre il sole si baciava la pelle.

  • Sbadatamente, ho trovato la ragione.

  • L’amore è il nulla finché non lo coaguliamo col sangue, con noi, con i significati nostri. Tutto è niente se non lo associamo a qualcosa, perfino una rosa che non sia conosciuta come tale, è profumo senza nome.

  • Le sirene sono le donne che si siedono sugli scogli lasciando che il vento le spettini, mentre felici cantano.

  • Quanti viaggi abbiamo fatto già, ma non c’eravamo tenuti per mano.

  • Non ho ancora capito se mi fa più strano che un amore nasca o finisca, se sia più naturale un’unione dal nulla o un distacco dal tutto. Siamo forse programmati per l’egoistico bisogno di stare soli, nonostante l’altro? Questo spiegherebbe la fine. Ma, allora, l’amore poi cos’è?

  • Quella corsa per la strada per raggiungersi solo un attimo, così forte che il tempo faticava a stare dietro, lui che è ancora fermo a quel momento, anche adesso che ci siamo persi nel vicolo cieco della vita .

  • Non aveva più le forze per urlare il niente e niente poi era bastato. La paura di litigare ancora fece sì che chiudesse la porta per scappare da lui, o forse da una nuova lei, che chiedeva ancora il niente, questa volta per la pace.

  • Travi in legno che non temono le tarle, ci restauriamo noi, fedeli a come siamo.

  • Quell’amore era un gabbiano, sceso a picco a scomporle la calma, per soffermarsi un po’, prima di volare via.

  • Fari accessi su una strada che non finiva più, ma lei voleva solo andare mentre la mente pensava a dove ritornare, destinazione inversa senza inversione di marcia, tanto avrebbe vinto la sua dignità.

  • Il bacio più bello che io possa ricordare mi poggiò le labbra delicatamente, per paura che la passione potesse essere irruenta, poi mi guardó negli occhi. Non eravamo quindicenni, eppure in quel momento ritrovai un sentimento pulito.

  • Al centro della piazza, si rese conto di quanto spazio contenesse il mondo per tutti quanti, che invece si strattonavano distratti, chiusi nei cappotti stretti, matti.

  • Mi piace pensare che strappi di amori persi restino incastrati nei tombini, cosicché tutti possano passarci su, innamorarsi ancora.

  • Vorrei essere una vecchia cassetta della posta, di quelle dei giardini dei film, che sanno tutto e poi restano aperte, per parlare col vento.

  • Sbriciolata la terra sotto i piedi, qualcuno dice che non sarà più lo stesso, ma i dolci scomposti hanno un senso loro e i letti disfatti sono di tendenza. La realtà è oggettiva finché non decido che voglio vederla a testa in giù, in fondo la felicità è una prospettiva di me.

  • Di tutti i piaceri, il dispiacere andato, è quello che resta come felicità trovata, armonia dei sensi, formicolio che fa sorridere l’anima, senza che nessuno ci solletichi più.

  • Amava il separè dentro alla stanza, il vestito appoggiato su, penzolava dall’altro lato. A terra, la sue scarpe preferite. La conosceva bene, era la sua donna, ma dietro al quel pannello la immaginava sempre, come se non fosse mai andata via.

  • Dimenticarsi di amarsi, quando il cielo si annuvola e sentiamo puzza di fumo, sono ancora convinta che il profumo di lenzuola fresche non sia sparito, sta lì, sulla nuvola bianca, a prendere aria, per non mischiarsi col nero.

  • Avremmo finto di star male ancora, solo per proteggerci un altro po’, restando abbracciati.

  • Non so cosa ci sia di diverso nell’aria, i fiori sul balcone sono gli stessi, i cani continuano a rincorrersi e io mi affaccio a seguire chi si stancherà per primo. Per un attimo,sembra che qualcosa attorno sia cambiato. Forse sono io, anche se il vento continua ad accarezzarmi.

  • Certe mattine ti accorgi che è mattina prima di aprire le finestre, per quella strana voglia di fare che inizia alle luce dell’alba, come se non ci fosse tempo da perdere.

  • Quello che più mi fa male è che tutto sembra tacere e poi la gente scrive, senza trovare il coraggio di dire che esiste, scusa se insisto, ma non lo sopporto, tu non sei morto, hai ancora un viso da portare per strada e denti più bianchi del tempo ingiallito,sappilo,non è finita.

  • Ho scordato qual era quella parola che tanto ti faceva ridere, forse era solo il modo buffo in cui la pronunciavo, storcendo il naso, tu mi abbracciavi, ridevi, era tutto là.

  • Nel cuore della notte sento una musica che mi distrae, sarà quella del domani che viene a stropicciarmi gli occhi perché non sa aspettare. Lui che mi invita a ballare e io non so come si fa, i miei piedi sui suoi, portami, dove vuoi andare? Devo fidarmi di te.

  • Fino a consumarmi il fiato, come un trombettista che non risparmia un pezzetto d’aria per un pezzo fresco, che sappia ancora far ballare.

  • Saranno impronte di me su questa realtà lucida che, attento, puoi scivolare ancora, sui consigli buoni di chi sa sempre come rendere asciutta la vita, senza seccarsi la lingua.

  • Sogni recisi, ma son sogni, avranno la sensibilità di capire e tacere le parole, solo per bisbigliarle ancora. La realtà no, continua strafottente. E allora io continuo a sognare, vediamo chi la spunta.

  • Il lampione vide quel bacio come un testimone silente, non c’era bisogno di raccontare quello che la notte si sarebbe portato via.

  • Camminare su un pavimento di legno scuro in mezzo a fogli sparsi e code che strusciano le gambe. Addosso il tuo maglione, la pace attende con me il tuo arrivo.

  • Dentro ai sospiri, verità evaporate insieme ai sentimenti che, tuttavia, scaldano ancora, quando mi giro dal lato tuo e respiriamo insieme.

  • Fotografie di attimi in cui mi guardo dentro e la luce è puntata sull’anima mia. Quasi una panoramica, forse solo la posa plastica, no, non è il mio profilo migliore. Mi sento ridicola,ragazza allo specchio che si guarda il seno sperando di crescere.Riflesso emotivo. Selfi di me.

  • Era stato difficile camminare nel nel buio senza seguire loro, fantasmi buoni di una vita passata, così finimmo per inciampare in noi.

  • Ho provato a far finta di nulla, a non tremare sotto la pioggia, ma tu hai girato i palmi e tutto ti è scivolato sulle mani. L’amore è un’altra cosa. L’amore siamo noi che il meglio e il peggio ce lo diciamo chiusi in macchina e tu che mi fermi mentre scendo,perché fuori piove.

  • La durata è il problema della modernità. Quei pochi minuti di noi che non bastano a vivere un orgasmo di eternità aggrappandosi alla schiena della vita. Ci stacchiamo così, dopo che ognuno ha goduto del piacere proprio, senza pensare all’altro che è vita dentro noi.

  • Nelle lacrime di un pianto improvviso, il sentimento rarefatto della mia ingenuità. Si erano indurite ai lati degli occhi, cera colata di una vita fa.

  • L’odore di benzina non ti fa più maschio davanti a un’altra, se sulle mani resta ancora il senso di noi due.

  • Eravamo faccia a faccia, presente e passato in una stanza abbastanza grande da contenerci senza che il futuro dovesse stringersi fino a schiacciarci tutti.

  • Gli unici uomini incolti che io apprezzi hanno la barba.

  • Sorrisi concentrici, al centro di me.

  • Quel cassetto che non ho mai aperto perché avevo smarrito le chiavi antiche, custodiva certezze nuove.

  • Le decisioni prese con il principio di essere giuste si chiamano sbagli.

  • Cresce. Cresce. Questa voglia di straripare dagli argini di un letto che non contiene me tutta, io sono fiume che scorre fino a te.

  • Una nuvola di talco e anche stasera sentirò il cielo stendersi addosso.

  • Me ne andai con la sensazione di aver dimenticato qualcosa, ma non tornai indietro. Adesso avevo un vuoto. Mi incamminai a cercar fiori per il mio vaso.

  • In un’apnea di pensieri ho sentito il sole sulla nuca. Non sapevo se fosse sereno o se quel fascio di luce mi avesse colpito per mera fortuna, ma feci finta di niente. Bambina che tiene gli occhi chiusi mentre una mano l’accarezza.

  • Ci sono due cose che desidero fare più di ogni altra. Un figlio. Un libro. Ed entrambe sono ragioni di vita.

  • La leggerezza svolazzava dai nodi sciolti del velo bianco che le toccava il capo, senza renderla santa. Forse, dietro a quei veli di un vecchio letto a baldacchino, il suo corpo giovane si sentiva libero di amarsi coprendo l’imbarazzo.

  • Torna da me sole, ti prometto che ti guarderò negli occhi.

  • Sarebbe il caso di vedere tutto in questa parte di vita, prima che il mio tutto di vita, chiamato figlio, arriverà a dirmi che lo amo solo perché sono di parte.

  • Infrangere la vita con il gusto di una ragazzina che fa filone a scuola, per andare in spiaggia a leggere un libro.

  • Lei che ballava in mezzo alla stanza, con il letto sfatto, nessuna fretta di sistemare le pieghe. Lì si erano amati e l’amore aveva preso la forma di un lenzuolo bianco. Restò a fissarlo per qualche secondo interrompendo la danza. No, non era un fantasma.

  • Ci vuole coraggio per decidere di cambiare due dita di sé, la vita non cresce in fretta come i capelli, sebbene si annodi in qualche punto. Non è stato un taglio netto, eppure mi sono sentita derubata. I sogni scesi fino alle punte erano ancora miei, poi li ho visti a terra.

  • Strano come non riesca più a collocarmi dov’ero, il vortice in mezzo alla stanza risucchia il divano rosso e tutti i barattoli trasparenti dei biscotti, non è più il sole nostro. Sul pavimento bianco una luce nuova, non ho più bisogno di niente. Questa pace mi appartiene.

  • Che cos’è questa storia che non ci sentiamo liberi? Forse abbiamo bisogno di un prato verde e della nostra nudità,ma dallo specchio vedo già oltre la mia ingenuità. Mi sento libera dalle parole un tempo pronunciate,me le porto appresso scomposte,come in una partita di scarabeo.

  • Mi sono sempre trovata nel mio disordine, ma ho scoperto che acconciando l’animo all’armonia, è più bello anche aprire le finestre.

  • Gli ultimi fiori che ho ricevuto sono stati per un addio che profumava di rose rosa, quell’amore sbiadí il rosso a terra e si sparpagliò in mezzo ai petali caduti. Dentro a quei fiori, annusai la libertà.

  • Non sono una moralista, non sono una bigotta, non sono una signora. Certe passioni si aggrappano coi denti al frutto succulento dell’eccitazione, che finisce, eiaculazione precoce di un amore che aspettava ancora i preliminari.

  • Si accingeva a lavare lo sporco, partendo dalle macchie.

  • Il profilo di un uomo chiuso dentro al suo silenzio, la fronte corrugata a trattenere gocce di vita sudata.

  • Donne come papaveri aperti alla vita, mostrano fieri il loro colore e insieme la fragilità, muso a muso con il vento, che riesce a spampanarli senza vederli a terra.

  • I voli pindarici della mente cigolano aggrappandosi alle catene arrugginite delle certezze che si affacciano al cielo, per tornare a terra.

  • Sono stata sempre ribelle, ma non avrei mai pensato di disobbedire a me stessa.

  • Non ti fidare della mia sicurezza, il ghigno trattiene la dolcezza in mezzo ai denti, per paura di farla cadere e vederla in pezzi.

  • Soffiai su quell ‘addio per spingerti lontano, ma ero controvento, perciò tornai da te. E ora, ora che il vento non tira e addosso ho la brezza ad accarezzarmi, mi mischio all’ aria buona del tardo pomeriggio, senza temere di chiudere gli occhi e addormentarmi al sole.

  • Spettatrice di un mistero che si veste di teatralità, esibendo maschere che si baciano senza conoscersi e si conoscono senza baciarsi più, tutto questo non è comicità.

  • Era solo una bambina quando lui partiva per diventare un uomo, forse aspettava che lo raggiungesse, senza prendere treni.

  • Della metà vita passata al tuo fianco voglio ricordare le lentiggini coperte dalla barba ispida, come la tenerezza degli occhi tuoi che non ho visto più, ma ancora c’era.

  • Tutto ciò che è ingiallito dal tempo, che siano dita di mozzoni spenti o pagine di quest ‘anima spessa come un volume vecchio, lascia alla riflessione uno spazio vuoto da riempire.

  • Gli ordini rompono gli argini e ci sentiamo liberi. Che senso di inutilità, la libertà che non ha meta si chiama solitudine. Girovaghi senza l’arte di chi disegna e suona in mezzo alle strade, chiediamo spiccioli di eterno da tenere dentro, senza creare gabbie.
  • Cerchi precisi da compasso, questa volta è il mio dito sul tuo petto e, precisamente, sono felice.

  • Stranamente, quel formicolio che sento sotto la pancia e mi fa sorridere, non è solletico. Oppure in qualche modo lo è, quando la vita ci regala gioie senza interruzione.

  • È in mezzo al caos che mi sono intravista, proprio lí, dove mi ero lasciata andare, coperta da un mucchio di cose inutili.

  • Le mani avanti, solo se un camino mi scalda, oppure puoi pensarci tu.

  • In fondo al calice gocce scure di una notte passata, sono il sangue nostro che non abbiamo dentro, anche se ci apparteniamo.

  • Sarebbe bello potersi rincontrare, ti guarderei con occhi sereni, ora che alla fine non ci penso più , io mi sono salvata da sola, a te chi ci penserà.

  • Seguire il profilo del vento dietro a un lenzuolo appeso e scorgerci una pancia, un soffio di vita.

  • Le maioliche sulla pavimento davano colore al suo vestito, diceva che il nero le donava, invece era tristezza per l’assenza di un uomo finito quando l’amore batteva ancora. La donna camminava sulla vita costruita dipingendo sogni per terra, lì in fondo tutto era rimasto uguale.

  • Soffrirei pure, ma vivo già l’intensità, dalla parte buona del sentimento il rosso è vivido e reca solo piacere, come il vino, che fa buon sangue, senza spargerlo.

  • In fondo alla cappelliera del vagone si nascondeva l’interesse suo, messo a posto con la borsa dalla donna che aveva rifiutato il gesto di due mani forti. Preferiva scorgere quella delicatezza sotto le dita, sulle pagine del libro che l’uomo girava, senza sgualcire.

  • Non siamo abituati agli angeli e ai violini, siamo quelli delle dichiarazioni forti, eppure mi siederei volentieri al tavolo con te, in una sera chiara, a sussurrare la dolcezza.

  • Pensaci, pensaci a quegli attimi di eternità, sono quelli che ti fa male il petto quando la vita corre e va. Quegli attimi sono il lamento del cuore per le cose lasciate a metà, vivi la vita, che non è finita, fino alla prossima meta, abbiamo ancora l’età.

  • Dimmi che l’amore ci salverà dal dovere di salvarci.

  • Cosa sono le parole del risveglio se non pensieri che hanno perso la voce, non sanno cosa dire al sorriso spuntato allo specchio.

  • Sfuggono alle regole le emozioni nostre, imprecano, chiedono libertà. Sono i sogni che gridano come un quadro, mani sul volto, disperazione aliena. Fantasmi di una società che non ci vede, noi gridiamo al vento. È ora di mettere le mani in tasca, di comprare la fantasia.

  • I guanti di pelle nera afferrarono il manico dell’ombrello, dall’altra parte della strada. Capii in quel momento che la tua presa era una posizione. Mi stavi venendo incontro.

  • Parlami di noi mentre la pioggia cade, troverò un buon motivo per restare.

  • Magari un’altra volta, oggi voglio stare con me.

  • Solo gobbe e deformazioni, nessuna riserva. Faticosa la desertificazione della vita.

  • Dalla certezza ovattata delle nuvole, morbida e bucata, mi lascio cadere, non importa dove, avrò attraversato il cielo. Pertanto cammino con i piedi per terra, sono materia di un sogno che ha preso forma.

  • Notti di visi stanchi che provano a sudare l’ultima goccia e farne perla.

  • Io non so se nella vita ho pianto o sorriso di più, ma ogni volta che l’ho fatto ho avuto una ragione buona e questa, mi sembra una ragione giusta.

  • Qualunque cosa più grande di noi abiti il cielo e le sue stanze, deve essere abbagliante come un cristallo, per tenermi ogni volta con gli occhi alti, come quando, da piccola, mia mamma mi teneva in braccio e io le indicavo la luce.

  • Fragilità e forza sono intercambiabili, sicché divento forte se tu ne hai bisogno.

  • Sarebbe bello – pensó – addormentarmi fra le tue braccia e fare finta che sia sempre stato così.

  • Gli esami non finiscono più, sospesi di parentesi di vita che ho lasciato aperte e ora sono voragini. Mi dedico a me stessa, a questi vuoti che sono latrine, ma niente hanno di liberatorio se non il pensiero che, invece, mi sentirò più piena.

  • L’odore nuovo dell’estraneo che mi stava accanto mi faceva storcere il naso, come acqua sulfurea. Non sapevo quanto mi facessi bene.

  • Notevole, come l’assenza mi abbia riempito così tanto.

  • Le colpe autoinflitte alla fine di una relazione fanno del cuore bersaglio dei nostri dardi.

  • Vorrei camminare a piedi nudi sull’erba umida di un prato fresco, per far scorta di odori veri da non dimenticare più.

  • Il tempo di recupero, cosa me ne faccio poi, se ho ancora l’affanno addosso e la stessa voglia di arrivare fino in fondo.

  • Io che dormivo tranquilla scavalcando le mie agitazioni, con le labbra dischiuse quasi a chiederti un bacio.

  • Occhi azzurri di mare chiaro, mi ci sono persa dentro, tanto so nuotare.

  • Abbiamo bevuto veleno dallo stesso bicchiere, ho vomitato residui di vita lontano da te, un pó per non intossicati, un pó per salvarmi, respirando aria pulita.

  • Lo guardavo come si guarda la striscia di schiuma sul labbro lasciata dal cappuccino o la brina sui baffi, senza dire niente, per paura che quella buffa tenerezza potesse chiudersi in un fazzoletto di stoffa.

  • Il saluto fugace che non voleva lasciare la sera si rifletteva negli specchietti, che si chiudevano e aprivano di nuovo, con fare meccanico, regalando rumore all’armonico imbarazzo di un romanticismo che si teneva le mani, giurandosi il domani.

  • Quel momento solenne in cui la passione si mischiava al disincanto e le difese venivano giù.I volti più nudi dei corpi nudi e una strana tenerezza si avvinghiava, addolcendo l’ impeto d’amore prepotente.Gli arti confusi e rovesciati in un ammasso informe, ma tutto aveva un senso.

  • Forzava i sorrisi perché valeva la pena di tentarla quella felicità. Non erano finti, semplicemente costavano fatica. Ogni volta che un angolo si tirava su, lei abbassava gli occhi, a metà strada fra l’imbarazzo di aver tentato e quello di esserci riuscita.

  • So fare solo questo, so amarti. -Sai fare il meglio. E io del meglio mi accontento.

  • L’assuefazione di un ricordo che sta lì,senza che possa più arrecare danno,e resta in mezzo al bello occupando un posto che non è più suo di diritto. Resta di fondo. Ma io sono felice e non vedo più niente, a parte una seduta che era già vacante, pure quando c’era posto per due.

  • Nella fretta che porta al nulla, tutta la calma della vita che resta ad attenderci.

  • Insaziabile voglia di un’estate che è passata in fretta e che credevo lenta. Non avevo programmato niente, neanche il tuo arrivo.

  • L’anoressia di un’anima che non si nutre di ricordi perché non li crea. I rapporti di oggi sono storie su Istagram, piatti freddi mangiati p’ingiaria, senza il gusto di un sapore da servire alla memoria.

  • Non ricordo esattamente cosa mio nonno mi dicesse, ricordo invece la sua voce. Non saprei descriverla. Resta una bellezza paesaggistica, come il canto degli uccelli a contornare il cielo, basta alzare lo sguardo, riesco a sentirlo ancora.

  • Presenze smarginate nel biancore abbagliante di una memoria vecchia e non si vede più niente. Resta addosso la strana sensazione di familiarità, di un conosciuto emarginato al ghetto dell’estraneità dopo che, democraticamente, l’abbiamo mandato al diavolo.

  • Mi sono persa nei racconti di un tempo che non ho conosciuto. Risate, feste,immagino il volto della gente che si versa da bere mentre io,ospite inatteso,esco fuori a fumare e nella nebbia tutto scompare. Chissà com’eri quando non eri tu, non importa,siamo soli a bere il presente.

  • Mi sento una matrioska per quante me mi sono trovata dentro.

  • Le emozioni scomposte le raccolgo in una rete , prima che ognuna vada alla deriva. Ci vuole fatica per tirar su quell’ammasso di senso. Non sono una pescatrice – sebbene la pazienza di aspettare che qualcosa in me abboccasse – io sono una “compositrice”.

  • Il buco nero è questa povertà relazionale di cui nessuno parla a voce piena, come fosse un segreto, una verità, di cui bisbigliare dietro le porte, per tornare alla candida menzogna. La gente non sente più niente,si lava frettolosamente e scopa uguale. Disinneschiamo. Slow life.

  • Gli animali hanno il dono di venirci incontro, lasciandoci a metà strada in quanto a sensibilità. Loro che non si aspettano niente, fanno a pezzi la cattiveria mentre le bestie fuori fanno carne da macello.

  • Tutti i sentimenti che non ho saputo nominare, si sono chiusi in un abbraccio. Nello spazio del non detto, dove ho detto tutto.

  • Nelle piante, tutto l’odore delle nostre radici.

  • Lo sguardo oltre il finestrino e io mi perdo nelle macchie impressionistiche di colori che impressionano i miei occhi, allargando la realtà alla fantasia, lungo la scia.

  • I fili sottili d’erba uscivano dal vaso come capelli a scompigliar le chiome. Lui ne prese uno e giocò a fare un baffo, la bellezza non artefatta della semplicità.

  • E stare chiusi in una stanza a raccontarci, finché mi prendi e balliamo il twist, senza sapere bene come, solo per ridere di gusto in faccia alla normalità. E intanto il tempo passa e noi non ci siamo abituati a noi.

  • Nei dintorni, nei contorni, il perimetro di me. E tu facci il giro attorno, fino a che non ti farò entrare a bere un sorso di profondità.

  • Dicono che sono una donna di carattere, qualcuno mi ha accusato di poca grazia, proprio mentre mi guardava e decantava la mia femminilità. Qualcuno ha toccato le mie fragilità, infilando il dito nella dolcezza profonda. Sono sicura di essere entrambe, ma vorrei essere ancora.

  • Dissossando l’anima, resta solo tenerezza. Mordimi, nella mia parte migliore.

  • Quant ‘è maleducata questa dignità, si ritira e chiude a chiave lasciando gli ospiti ad attendere. Lei che se ne sbatte della vita mentre sbatte le porte,chiama le attese giuste pretese. Gli altri aspettano che indossi l’eleganza, ma lei esce dalla finestra nella propria nudità.

  • Sui gradoni del buonumore, mi fermo e riposo. Da quassù, il panorama è meraviglioso.

  • Era scappata dal circo della vita perché i pagliacci le facevano tristezza e non amava essere domata, ma aveva imparato a camminare in equilibrio, senza un pubblico a farle l’applauso.

  • La normalità, la normalità, è solo un guizzo di follia scappato al disimpegno, un ballo a passo cadenzato sul pavimento di casa nostra.

  • Stranamente era il presente a sentirsi violato dal pensiero di un passato in cui non si conoscevano, erano carne già data in pasto all’amore che non amava, corpi deturpati da dalla mazzata dell’abbandono. Lei,abito sgualcito, pieghe tirate dalla diffidenza. Lui, amore liso.

  • La passione abita lo spazio incasinato dell’animo, dove puntualmente riusciamo a trovarci, lì, in mezzo al caos.

  • Salviamolo questo mondo, il fondo ce l’hanno donato come un figlio anche se noi siamo figli suoi. E allora salviamolo come un padre salva un figlio o il figlio il suo vecchio. Salviamolo per salvarci. Facciamo l’amore, facciamo la pace.

  • Certi uomini sono femministi e non lo sanno, loro hanno capito quanto riserbo dobbiamo alla gentilezza, se esiste l’amore deve avere l’aspetto di un gentleman.

  • Quando due anime di mischiano, il corpo è di più.

  • La semplicità degli uomini è sconcertante. Riescono a guardare un bicchiere e a vedere un bicchiere. Noi a contraddirli,”questa è una trasparenza”.È tutto quello che riesci a vedere oltre”. A volte mi hanno dato un bicchiere e l’ho visto,ho chiesto un calice. Niente,beviamoci su.

  • Ti prego, non farmi ridere come sai fare tu, potrei pure pensare che sia tutto vero.

  • La bellezza dei rapporti postumi è che siamo già riusciti a dare il peggio, pertanto chiunque sarà lo stronzo di qualcuno e l’angelo di qualcun’altro.

  • Si sentivano senza dire nulla e si alternavano le debolezze, per questo erano sempre forti.

  • L’amore è nemico dell’amore, solo quando non c’è amore.

  • Mi hai lustrato le fantasie con olio di gomito e carezze, ora sfavillano quasi fossero nuove.

  • E tu, luna, non mi guardare con aria di sfida, sarai pure padrona del cielo, ma io sono padrona di me.

  • Il sentire è una memoria che prende l’anima dei ricordi e la porta per strada e questi passano davanti alle boccette vuote dei profumi che ci appartengono,in mezzo agli scaffali e io vedo la testa laccata di mia nonna,nei silenzi di una mattina solitaria.

Aurora Ariano



















2 risposte a "About Love"

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