La gente si stanca di tutto, persino della stanchezza stessa.
Io adoro fare le stesse cose anche quando faccio cose nuove.
Posti diversi, ma io e i miei rituali di benessere viaggiamo insieme, stesso bagaglio.
Le abitudini mi fanno sentire me, anche quando sento la necessità di infrangerle.
La stanchezza mi fa piena e mi prendo il lusso di un bagno caldo, in fondo me lo sono meritato.
Stanca di fare quello che non mi fa stare bene, stanca di fare qualcosa che non porta a niente, stanca di far niente che non è poi così dolce.
A fare niente ci si crede nullità.
Ma cosa sono il niente e il tutto, se non lo specchio dei nostri stati d’animo?
E chi l’ha detto che non possa sentirmi a volte tutto e a volte niente ?
E che non possa essere uguale a me eppure diversa?
Capricciosamente me.
A volte destabilizzante persino per me stessa.
Mi scopro a capitoli, come un libro dalle trame intrecciate.
Stare bene con se stessi non è un ‘ovvietà , è convivialità.
Io sono una buona padrona di casa, non mi faccio mancare niente.
Tavola apparecchiata e tovagliolo rigorosamente a sinistra.
Devo averlo sentito da Borghese mentre ero distratta a parlare a telefono in cucina, ma i consigli buoni, quelli che sempre sfuggono, in qualche modo restano.
Mangio quello che ho cucinato con le mie mani, perché a sporcarsi ci si diverte di più.
La luce è soffusa, mi rilassa.
Questa sera vado a letto presto, anche le follie a priori stancano.
Questa sera voglio essere follemente normale, ad oggi è l’unica cosa che sa di rivoluzione.
Quindi resto al buio e chiudo gli occhi, girata sul lato sinistro.
Rigorosamente.
Ancora una volta.
Dal lato del cuore.
Aurora Ariano