Non sento più freddo

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Rubrica – Non sono Penelope  (ma neanche poi così male)

 

Ho aperto l’armadio per buttare via un po’ di cose. Tanti cappotti.

Mia mamma ha sempre detto che ne compro troppi, ma oguno ha vestito un ricordo nel tempo.

Uno  aspetta ancora nella bambagia, per non sporcarsi di polvere, l’altro un buco nella tasca e io non lo rattoppo, con certi vuoti bisogna farci i conti.

Cappotti come fotografie di attimi presi al volo  per inseguire il tempo, appoggiati sulle spalle giusto per un momento, aspettando che mi dicessi “abbottonalo perché fa freddo”.

Di quel freddo ricordo poco, il cuore si è anestetizzato al dolore, ma mi resta la pazienza di infilare ogni bottone nella propria asola, forse perché dopo la fine si impara che cos’è l’amore.

Del resto è più facile dare il buono quando abbiamo vomitato il peggio. Qualcuno la chiama esperienza, i vecchi azzardano saggezza.

Cappotti di domeniche in centro, mi coprono le ginocchia e stringono la vita, oggi ho imparato che chi ti vuole non si esime da darti tanto calore.

Il collo del cappotto e io che lo sporco di trucco, poi ci penso a portarlo in lavanderia, l’avessi fatto,oggi  non vedrei più macchie.

La condanna di chi pensa è quella di sognare in grande, poi l’attimo passa e non lo ricordiamo più.

Tutto si perde nella dimenticanza del sole che arriva e ci fa scordare il freddo. I cappotti tornano ai loro posti, come scheletri negli armadi.

Quando le nuvole arrivano a minacciare il tempo il cuore palpita, fa che non sia pioggia.

Al primo soffio di vento inizio di nuovo a tremare, pensavo di esser temprata, ancora una volta il pensiero mi ha fregato.

Forse avrei vissuto meglio da ignorante, perché a sapere certe cose si soffre di più.

Ma io invece non sapevo niente.

Pensavo fosse freddo, era un alito di vento.

L’ho sentito addosso in una sera di primavera, quando i vetri della macchina si appannarono d’amore, tornai un’adolescente, tornai ad aver timore.

Quel freddo addosso era solo eccitazione, quella di un uomo che mi ama e che oggi sa cos’è l’amore.

Lui che la vita l’ha vissuta nei suoi quarant’anni e si rimette a nudo senza temere il tempo.

E adesso, adesso che viene Natale, non chiederò altri regali.

Ho la mia vita ancora da sistemare, qualche foglio l’ho già buttato all’aria ,  per adesso respiro la freschezza dell’aria sollevata.

Ho lasciato il lavoro e ho ripreso a studiare, non posso essere chi non sono, la neve cade sempre giù.

Di nuovo faccia a faccia con i miei cappotti , è dicembre, è tempo di riscaldare l’anima.

Ho deciso di non buttare niente, io sono tutto quello che sono stata, qualcosa non mi calza più a pennello, ma un tempo mi faceva sentire bella.

Si vive di stagioni che cambiano e non sempre riusciamo a stare al passo,

nel mentre io non ci penso, perché ho imparato a vivere senza inseguire il tempo, perché mi sono sciolta come la neve, senza cadere giù.

E allora infilo il cappotto nuovo e prendo sotto braccio l’amore. Vado a brindare.

I bottoni chiusi fin su, ma non sento più freddo.

 

Aurora Ariano

 

 

 

 

 

 

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